Consorzio di Bonifica della Romagna

Introduzione

Dalla prima legge sui Consorzi di Bonifica del 1882, passando per diverse normative (TU del 1900, Legge Serpieri n.215/1933 e Legge n.183/1989 sulla difesa del suolo, DLgs n.152/1999 sulla tutela delle acque, Dlgs. (Dlgs. 152/2006 e Protocollo Stato-Regioni sul ruolo dei Consorzi di bonifica) che fissano la composizione, i ruoli e le responsabilità delle organizzazioni di tipo privato/pubblico che regolano la gestione delle acque, la best practice oggetto di questo caso di studio può essere datata dal 2000. Il Consorzio fa parte di un distretto più ampio che fa capo all’Autorità di Bacino del Po e a volte ci sono ostacoli a trovare soluzioni comuni in caso di forte siccità, come nel caso della primavera/estate del 2022. I Ministeri coinvolti, come quello dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e quello dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, sono più concentrati sugli obblighi a livello europeo, come ad esempio l’applicazione della Direttiva Quadro sulle Acque, che sulle soluzioni a livello organizzativo e infrastrutturale. Lo staff complessivo è costituito da 187 persone, di cui circa il 50% lavora sul campo, 95 strutture tecniche e 20 impiegati amministrativi.

Moduli correlati:
Nome dell'agricoltore/ imprenditore o altra iniziativa
Consorzio di bonifica della Romagna
Anno di istituzione dell'iniziativa
2000
Posizione
Emilia Romagna via A. Mariani 26, 48121 Ravenna (Sede amministrativa)

Descrizione del caso

Il Consorzio ha una stretta collaborazione con l’ANBI (Associazione Nazionale Consorzi di Bonifica), la Regione Emilia Romagna e l’ANBI Emilia Romagna, e tutti i Comuni che ne fanno parte. L’organizzazione è costituita da un Consiglio di Amministrazione responsabile delle attività progettuali ed esecutive, da un Comitato Amministrativo e dalla Direzione Tecnica). L’area del Consorzio è di circa 3.500 km2 , i contribuenti sono circa 388.000 e il fatturato è di 31 milioni di euro. Sono previsti fondi straordinari per le infrastrutture, come opere strategiche nei prossimi anni per 31 milioni di euro, di competenza del PNRR (Piano Nazionale di Recupero e Resilienza).

Vengono considerati tutti i tipi di coltivazioni, ma con particolare riferimento alle colture orticole e frutticole, le più importanti nella zona e per il fabbisogno idrico.

Il Consorzio ha una stretta collaborazione con l’ANBI (Associazione Nazionale Consorzi di Bonifica), la Regione Emilia Romagna e l’ANBI Emilia Romagna, e tutti i Comuni che ne fanno parte. L’organizzazione è costituita da un Consiglio di Amministrazione responsabile delle attività progettuali ed esecutive, da un Comitato Amministrativo e dalla Direzione Tecnica).

 

Superficie totale e/o numero di animali

Il Canale Emiliano-Romagnolo e i bacini fluviali circostanti, che coinvolge 59 comuni, si estende su 352.456 ettari, con una gestione annuale di circa 900 milioni di metri cubi d’acqua.

Attività agricola principale e attività multifunzionali

La pianificazione si basa sulle statistiche fornite da AGREA (Agenzia Regionale per i Pagamenti in Agricoltura) e sulle previsioni dei periodi di siccità ordinaria e straordinaria. La quantità d’acqua è soggetta a limiti e spostamenti nell’uso dell’acqua, agendo anche attraverso la riduzione della pressione con relativa diminuzione dell’acqua disponibile. Questa metodologia ha limitato i danni dei periodi di siccità e favorito l’utilizzo di nuove attrezzature e strumenti a basso consumo (tubi di sezione da 150 a 80 mm, attrezzature a microgetto, irrigazione a goccia, ecc.) Le quote di consumo sono dedotte dai tipi di colture e controllate a campione con sistemi a infrarossi. Un bollettino settimanale sullo stato delle risorse idriche viene distribuito a tutti i contribuenti.

Sfide critiche dell'azienda agricola/ regione

Negli ultimi anni la regione sta affrontando periodi di siccità con carenza d’acqua e forti piogge come conseguenza dei cambiamenti climatici.

Attività CSA

Motivo per cui ci si impegna nella CSA/ momento di spinta per l'implementazione

La CSA fa parte della strategia adottata dal Consorzio per limitare il consumo di acqua, migliorare l’uso responsabile dell’acqua da parte degli agricoltori basandosi su tecnologie intelligenti di controllo, incoraggiando i sistemi di irrigazione a goccia e il controllo digitale dell’uso dell’acqua. La pianificazione si basa sulle statistiche fornite da AGREA (Agenzia Regionale per i Pagamenti in Agricoltura) e sulle previsioni dei periodi di siccità ordinaria e straordinaria. La quantità d’acqua è soggetta a limiti e spostamenti nell’uso dell’acqua, agendo anche per riduzione della pressione con relativa diminuzione dell’acqua disponibile. Questa metodologia ha limitato i danni dei periodi di siccità e favorito l’utilizzo di nuove attrezzature e strumenti a basso consumo (tubi di sezione da 150 a 80 mm, attrezzature a microgetto, irrigazione a goccia, ecc.) Le quote di consumo sono dedotte dai tipi di colture e controllate a campione con sistemi a infrarossi. Un bollettino settimanale sullo stato delle risorse idriche viene distribuito a tutti i contribuenti.

Descrizione dell'innovazione

La metodologia ha affrontato fino ad oggi tutte le situazioni difficili dovute alla siccità. Anche la partecipazione a un progetto europeo che contribuisce ad affrontare i futuri cambiamenti climatici ha rafforzato le competenze necessarie.

La realizzazione dell’intervento con l’utilizzo di due ex cave come bacini di laminazione persegue, oltre alla capacità di contenere e immagazzinare acqua, la tutela dell’ecosistema dell’area interessata con attenzione alla fauna avicola e ittica. Le opere realizzate garantiranno la sicurezza idrica per le colture irrigue della zona, oltre a proteggerle da eventuali rischi di allagamento in caso di forti piogge. La disponibilità di risorse idriche superficiali per l’intera stagione irrigua porterà a una progressiva diminuzione dei prelievi da falda. I lavori per il collegamento con il depuratore di Santa Giustina, che raccoglie i rifiuti urbani e agricoli, consentiranno di creare un sistema virtuoso di utilizzo circolare della risorsa idrica.

La futura installazione di pannelli fotovoltaici galleggianti sulla superficie dei bacini garantirà una significativa riduzione del consumo di elettricità, ad esempio per il pompaggio dell’acqua, dalla rete fissa.

Processo di implementazione dell'innovazione e metodi di gestione dell'innovazione utilizzati

Il sistema di processo implementato mira a bilanciare l’uso dell’acqua per l’irrigazione e a far fronte a potenziali emergenze dovute a forti piogge. I lavori sono stati presentati ai contribuenti per un riconoscimento consapevole della condivisione dei costi da parte di tutti i membri del Consorzio. È stata fondamentale l’opportunità di utilizzare i fondi europei per migliorare le iniziative di pianificazione volte a fornire l’area disponibile per la mitigazione dei rischi dovuti alla siccità o alle alluvioni.

Le opere progettate e assegnate sono distribuite su un ampio territorio:

  • Realizzazione nell’area “Pisciatello – Rubicone” di opere per l’estensione della distribuzione idrica del Canale Emiliano-Romagnolo nei comuni di Cesena, Cesenatico, Gambettola, Gatteo.
  • Recupero dei bacini di ex cava in destra idraulica del fiume Marecchia. Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico” dell’Investimento 4.1, Missione 2, Componente C4 del PNRR.

Risultati odierni di questa implementazione

La metodologia ha affrontato fino ad oggi tutte le situazioni difficili dovute alla siccità e mira a mettere al sicuro i terreni da forti piogge e inondazioni. La partecipazione al progetto Irriframe https://www.irriframe.it/Irriframe, in collaborazione con l’ANBI, contribuendo ad affrontare i futuri cambiamenti climatici, ha inoltre rafforzato le competenze necessarie e ha permesso di ridurre il fabbisogno idrico delle colture fino al 25%.

Il progetto Irriframe si basa su un sistema di supporto alle decisioni (Decision Support System, DSS, basato su un GIS (Geographic Information System), che realizza quotidianamente un bilancio idrico localizzato, basandosi sui big data disponibili sul territorio (stazioni meteo, sensori di umidità del suolo, droni, satelliti, ecc.) provenienti da reti pubbliche, sensori aziendali o telerilevamento. Il sistema fornisce agli utenti un’indicazione irrigua su quando irrigare e sul volume da distribuire, per evitare cali di resa e sprechi di risorse. Può essere utilizzato dalle aziende agricole, per rendere più razionale l’irrigazione con enormi vantaggi economici, dai produttori di sistemi di irrigazione, per fornire consulenza irrigua ai propri clienti, dagli enti gestori, dalle amministrazioni competenti e dalle autorità di bacino per effettuare il bilancio idrico territoriale, prevedendo gli usi irrigui di ogni distretto con 20 giorni di anticipo e consentendo così una migliore gestione dei prelievi e quindi una minore dispersione ambientale dell’acqua trasportata dai canali.

SWOT del caso odierno

I problemi principali sono legati ai compiti pubblici attribuiti dalla legge al Consorzio e all’importanza di dare soluzioni adeguate alla quantità e alla qualità dell’acqua. Non ci sono reclami significativi da parte dei consumatori riguardo ai servizi e ai costi. Il Consorzio è membro di un distretto più ampio sotto l’Autorità di Bacino del Po e a volte ci sono ostacoli per trovare soluzioni comuni in caso di forte siccità, come nel caso della primavera/estate del 2022. I Ministeri coinvolti, come quello dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e quello dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, sono più concentrati sugli obblighi a livello europeo, come ad esempio l’applicazione della Direttiva Quadro sulle Acque, che sulle soluzioni a livello organizzativo e infrastrutturale.

Educazione/ Formazione dei decisori/ persone leader

L’istruzione e la formazione sono considerate molto importanti sia nei confronti dei dipendenti, 187 persone, di cui circa il 50% lavora su file, 95 strutture tecniche e 20 impiegati amministrativi, sia nei confronti dei soci pubblici/privati del Consorzio.

Il progetto Irriframe ha contribuito in particolare a coinvolgere centinaia di agricoltori del territorio tra cui il Consorzio di Bonifica della Romagna, circa 16.000 utenti in 16 regioni d’Italia, contribuendo a migliorare le loro conoscenze teoriche e pratiche sul bilancio idrico e sulle pratiche di risparmio delle coltivazioni agricole.

Prospettive/ finalità e obiettivi

Le prospettive dell’azienda sono in costante miglioramento e i progetti previsti per aumentare l’accumulo di acqua nei nuovi bacini di laminazione, che impediranno future inondazioni e garantiranno il fabbisogno idrico, contribuiranno a mettere in sicurezza l’area colpita nella primavera del 2023 prima dalla siccità e poi da disastrose inondazioni a seguito di forti piogge. I progetti in fase di realizzazione consentiranno di far fronte all’emergenza idrica, di garantire il fabbisogno idrico delle colture e di proteggere i terreni e le colture dal rischio di future inondazioni. Il sistema consortile si dimostra in grado di sensibilizzare gli agricoltori sull’importanza degli investimenti congiunti, dei sistemi di supporto alle decisioni e del controllo e risparmio dell’acqua.

Insegnamenti e raccomandazioni

Il sistema di gestione delle acque attraverso il Consorzio di Bonifica si conferma in grado di gestire e pianificare gli interventi necessari per affrontare l’emergenza climatica e le sue conseguenze rispetto alle esigenze irrigue delle colture e ai rischi idrogeologici.

Le tecnologie oggi disponibili, dal sistema di previsione meteorologica europeo e nazionale alla possibilità di creare un bilancio idrico per ogni azienda agricola e di calcolare i consumi in anticipo, consentono una maggiore precisione rispetto al passato e prospettive di economie di servizio nella gestione dell’acqua. I nuovi investimenti tendono a ridurre i rischi di siccità, aumentando la capacità di ricevere l’acqua piovana ed evitando le inondazioni con i relativi danni alle colture. Tuttavia, anche in termini di sicurezza aziendale, sono state avviate forme di assicurazione contro i danni catastrofici attraverso un’agenzia nazionale sostenuta da tutte le compagnie assicurative aderenti all’iniziativa. L’avanzato sistema di controlli sul territorio e su ogni singola azienda aderente al consorzio consente oggi un controllo di alto profilo e una capacità di sviluppo che garantisce una risposta adeguata in una regione solo recentemente colpita dagli effetti dell’emergenza climatica.

Risultato, successo e fattori di rischio

Situazione attuale

La situazione attuale può essere ulteriormente sviluppata con buone prospettive affrontando la siccità e la scarsità d’acqua e gli eventi estremi, e il rischio idrogeologico sono stati identificati come i principali elementi di vulnerabilità per le aree urbane e rurali, preparando un piano di mitigazione e adattamento.

Il risparmio idrico nel contesto della variabilità climatica presente e futura, con possibili crescenti fenomeni di carenza idrica, è un chiaro obiettivo sfidante per il Consorzio di Bonifica della Romagna, a causa della sua responsabilità nella distribuzione dell’acqua alle aree agricole a scopo irriguo. Il risparmio idrico in agricoltura è infatti una sfida comune a tutto il distretto idrografico del Po, considerando che l’80% delle risorse idriche di questo bacino sono utilizzate per l’irrigazione.

Dipendenza da qualsiasi tipo di sostegno/ sussidio continuo

Non vi è alcuna dipendenza da sostegni in corso in quanto i contributi da restituire sono stati inseriti in un piano di rientro coperto dai conti correnti del Consorzio, mentre sono previste iniziative volte a valorizzare ulteriori progetti, come gli impianti a pannelli fotovoltaici, contribuendo a diminuire la dipendenza dai costi energetici, in corrispondenza dei finanziamenti delle misure complementari regionali al Piano Strategico Nazionale PAC.

Dipendenza da aspetti regionali/ personali specifici

La dipendenza da aspetti regionali specifici è dovuta all’importanza strategica delle risorse idriche per le colture irrigue, soprattutto frutticole e orticole, e all’aumento dei rischi dovuti ai cambiamenti climatici, con periodi di siccità seguiti da forti piogge con conseguenti rischi di danni alle colture stagionali e permanenti.

Gli interventi di programmazione con la riconversione di cave dismesse in bacini e l’utilizzo di acque reflue depurate per renderle idonee alla coltivazione mirano quindi a migliorare la sicurezza dei terreni e ad aumentare la consapevolezza degli agricoltori membri del consorzio verso il risparmio idrico e la gestione responsabile attraverso tecnologie di supporto alle decisioni nelle pratiche di irrigazione.

Applicabilità in altre regioni/ altre situazioni

Il caso di studio può essere applicato ad altre regioni/situazioni per organismi simili incaricati della gestione dell’acqua. Le principali scelte effettuate riguardano (i) l’espansione della capacità degli invasi e il miglioramento della qualità dell’acqua depurata per uso agricolo, (ii) il controllo digitale dei consumi idrici in agricoltura e il sistema di supporto alle decisioni per la riduzione del fabbisogno idrico, iii) l’acquisizione di dati attraverso l’uso di tecniche di immagini satellitari (in questo caso LANDSAT 8 e SENTINEL 2A), che permettono di valutare l’umidità del suolo e quindi di individuare eventuali aree irrigate ma non dichiarate al Consorzio, iv) una comunicazione efficace attraverso un sistema informatizzato che permette anche una comunicazione costante con gli agricoltori tramite SMS, tenendoli informati sull’apertura e la chiusura della stagione irrigua, su eventuali deficit idrici e sulle soluzioni attuate per affrontare le situazioni critiche.