Dalla prima legge sui Consorzi di Bonifica del 1882, passando per diverse normative (TU del 1900, Legge Serpieri n.215/1933 e Legge n.183/1989 sulla difesa del suolo, DLgs n.152/1999 sulla tutela delle acque, Dlgs. (Dlgs. 152/2006 e Protocollo Stato-Regioni sul ruolo dei Consorzi di bonifica) che fissano la composizione, i ruoli e le responsabilità delle organizzazioni di tipo privato/pubblico che regolano la gestione delle acque, la best practice oggetto di questo caso di studio può essere datata dal 2000. Il Consorzio fa parte di un distretto più ampio che fa capo all’Autorità di Bacino del Po e a volte ci sono ostacoli a trovare soluzioni comuni in caso di forte siccità, come nel caso della primavera/estate del 2022. I Ministeri coinvolti, come quello dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e quello dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, sono più concentrati sugli obblighi a livello europeo, come ad esempio l’applicazione della Direttiva Quadro sulle Acque, che sulle soluzioni a livello organizzativo e infrastrutturale. Lo staff complessivo è costituito da 187 persone, di cui circa il 50% lavora sul campo, 95 strutture tecniche e 20 impiegati amministrativi.




